Percorrendo la strada provinciale Palese Aeroporto- Bitonto, poco prima di Villa Framarino, sul lato destro, si trova Masseria Cazzolla-Fenicia.
La masseria è costruita da più corpi di fabbrica ad un solo livello. La struttura portante è in muratura di tufo sormontata da tetti a spiovente e voltati a botte. Spicca tra gli elementi architettonici, oltre alle aperture ad arcate a tutto sesto, un piccolo campanile a vela e una voliera in muratura. Nella masseria, all’interno di uno dei vani, sono state rintracciate su un leggero strato di intonaco, alcune scritte risalenti al periodo post-bellico della seconda guerra mondiale.
L’ipogeo Camarata, prende il nome dall’antico Casale, depredato più volte e abbandonato nel XV secolo, rientra nella tipologia dei grandi Complessi Ipogei di Bari. Questo complesso ipogeo ha subito notevoli manomissioni. L’originario nucleo medievale dell’ipogeo è stato ampliato e utilizzato in epoche successive. È possibile ancora individuare le caratteristiche architettoniche, presenta diversi accessi con un susseguirsi di vani disposti intorno ad un criptoportico con le sue finestre strombate ed un grande laboratorio per le attività agricole.
L’edicola di Cammerata rappresenta il termine lapideo di confine tra Bari e Bitonto, si trova sulla strada provinciale Palese Aeroporto-Bitonto, poco prima della strada per Villa Framarino, un tempo sorgeva in aperta campagna, oggi al margine della strada provinciale in un campo di golf.
I Titoli furono eretti dall’università di Bitonto nel 1585, andando a sostituire i cosiddetti fittoni (blocchi litici infissi verticalmente nel terreno) che segnavano i confini tra i territori.
L’edicola, realizzata in blocchi squadrati di pietra, è una costruzione a forma di parallelepipedo con la parte superiore che termina a cuspide, recante stemmi e iscrizioni su entrambi i lati. In questo titolo di confine non sono più visibili gli stemmi, ma solo le iscrizioni, da un lato Barum e dall’altro Botontum.
All’interno del campo di golf, vi è l’ipogeo Camarata 2 o Arco di Camarato. La planimetria del complesso era quella tipica degli ipogei baresi. Allo stato attuale, ci restano solo alcuni vani ipogei, parzialmente interrati e ostruiti, che non permettono di cogliere l’accuratezza dello scavo e dei particolari.
Contrada Misciano è caratterizzata dalla presenza di numerose tracce del mondo rurale.
Oltre i vari ipogei di piccole dimensioni (uno o due vani) e ripari in cavità naturali, come quello di grotta S. Angelo B, sono presenti numerose cisterne, casedde, palmenti, trappeti e frantoi, come il Frantoio di Montepeloso o dell’Olio Rosso. Inoltre, ci sono torri, come Torre d’Amore o Torre della Bella Mora in antica strada dell’Annunziata e resti archeologici di epoca altomedievale, come una area cimiteriale e i resti di un edificio cultuale.
L’ipogeo Misciano prende il proprio nome dall’omonima lama, che si innesta nella più grande e conosciuta Lama Balice. È la cavità artificiale più estesa e articolata presente in questa area al confine tra Bari e Modugno. È stato scavata non molto distante da Grotta S. Angelo, una chiesa rupestre situata sul fianco sud di Lama Balice, oggi scomparsa a causa dei lavori effettuati nelle cave di pietre, antistanti l’insediamento rupestre.
L’ipogeo Misciano, come l’ipogeo La Caravella in Lama Picone, presenta le due tipologie di scavo. Quella che, da un lato, da origine all’insediamento rupestre con ingresso dal fianco della lama, oggi ostruito e interrato, e dall’altro al complesso ipogeo con accesso attraverso un atrio scoperto, tipico del territorio comunale di Bari. Allo stato attuale è possibile accedere direttamente in un grande laboratorio con vasche per i lavori agricoli da cui si sviluppano diversi vani ipogei in direzione del fianco della lama.